Domenica 5 Novembre 2023

TV DIGITALE TERRESTRE, RADIO DAB:
LE NOTIZIE FLASH DELLA SETTIMANA.

A cura di Salvatore Cambria

Bentornati al nostro appuntamento domenicale con le notizie “in breve” che riguardano la TV digitale terrestre e la radio DAB.

TRENTINO-ALTO ADIGE IN DIGITALE: LA RAS COMPIE 50 ANNI

Sono passati 50 anni dal 1° novembre 1973,
quando una delle prime norme di attuazione dello Statuto Speciale per la Regione Trentino-Alto Adige
concesse alla Provincia di Bolzano la ricezione di programmi radiotelevisivi dall’estero e
riconobbe il diritto di trasmettere programmi in lingua tedesca e ladina.
 
Gli inizi avventurosi dello sviluppo della tecnologia radiotelevisiva
Lo sviluppo della tecnologia radiotelevisiva in Alto Adige, garantito dalla legge, si basa su una storia avvincente:
negli anni ’60, tecnici radiotelevisivi assai intraprendenti iniziarono a ricevere i segnali radiotelevisivi in arrivo in alta montagna e
a trasmetterli a valle tramite antenne di trasmissione montate sugli alberi e semplici sistemi di trasmissione.
Le linee elettriche venivano spesso posate per chilometri attraverso le foreste.
I tecnici si muovevano spesso di notte, in quanto dovevano nascondere i trasmettitori e farli funzionare di nascosto.
Gli impianti erano illegali, poiché all’epoca vigeva il monopolio di Stato.
Solo l’emittente pubblica Rai era autorizzata dallo Stato a trasmettere sulle frequenze assegnate.
All’epoca, durante il giorno, si potevano ricevere sui canali dell’emittente pubblica, solo pochi minuti di notiziari in lingua tedesca. 
 
Klaus Dubis – padre della norma di attuazione nr. 691
I politici dell’epoca riconobbero l’importanza della ricezione di programmi radiofonici in lingua tedesca dall’estero
per la conservazione della lingua e della cultura tedesca.
Il politico e giurista altoatesino, giudice, professore universitario e, in seguito, membro del Consiglio di Stato della Repubblica Italiana,
Klaus Dubis, assunse l’iniziativa e svolse un ruolo decisivo nella realizzazione della norma di attuazione numero 691,
emanata il 1° novembre 1973, 50 anni fa, che all’articolo 10 “…autorizza la Provincia di Bolzano a realizzare e
gestire una rete idonea alla ricezione contemporanea di trasmissioni radiofoniche e televisive di emittenti straniere
dell’area culturale tedesca e ladina nel territorio della Provincia con qualsiasi mezzo tecnico“.
Sulla base di questa formulazione, nel 1975 è stata approvata la legge provinciale che istituisce l’Azienda radiotelevisiva dell’Alto Adige,
che ancora oggi consente a “Ras” di utilizzare qualsiasi nuova tecnologia.
 
La diversità dei programmi radiotelevisivi: un vantaggio per tutti
Già nel 1974 sono stati stipulati i necessari obblighi contrattuali con le emittenti ORF, ZDF, ARD e SRG.
La legge provinciale n. 16 del 13 febbraio 1975 istituì l’Ente Radiotelevisione Azienda Speciale della Provincia dell’Alto Adige (RAS),
che ha poi rilevato tutti gli impianti di radiodiffusione illegali e li ha trasformati in impianti riconosciuti di radiodiffusione a livello professionale.
La popolazione altoatesina aveva quindi un’ampia offerta di programmi in lingua tedesca e l’accesso a un numero maggiore di programmi.
Mentre in Austria, ad esempio, si poteva ricevere solo ORF, in Alto Adige era possibile scegliere tra quattro stazioni estere in lingua tedesca.
Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, parla di un passaggio lungimirante:
“I media in lingua tedesca sono il cordone ombelicale dell’Alto Adige con l’area linguistica e culturale tedesca.
La possibilità di ricevere programmi radiofonici dall’Austria, dalla Germania e dalla Svizzera ha aiutato e
continua ad aiutare la minoranza di lingua tedesca in Italia a rafforzare la propria competenza linguistica e a preservare la propria identità culturale.
Tutti gli abitanti dell’Alto Adige possono beneficiare di quest’ampia offerta”.
 
120 siti di trasmissione, 22 programmi televisivi e 36 radiofonici
Oggi RAS gestisce oltre 1.200 trasmettitori su tutto il territorio locale con una tecnologia di trasmissione all’avanguardia e
trasmette 22 programmi televisivi e 36 programmi radiofonici attraverso più di 120 siti di trasmissione.
Su incarico della Provincia, l’Ente radiotelevisivo altoatesino sta realizzando siti di trasmissione comuni che
potranno essere utilizzati da tutti gli operatori radiotelevisivi, dai servizi radiofonici pubblici e privati,
nonché dagli operatori di banda larga e di telefonia mobile.
La costruzione di siti di trasmissione comuni consentirà di preservare il paesaggio e di ottimizzare le trasmissioni.
“Negli ultimi anni abbiamo cercato di migliorare sempre di più la copertura mobile in Alto Adige”,
spiega il direttore generale della Ras, Georg Plattner.
“Con la nuova tecnologia di radiocomunicazione mobile ‘DAS’ è possibile coprire con successo le lacune di copertura ancora esistenti”.
 

EMILIA-ROMAGNA IN DIGITALE: UNA MOSTRA PER I 50 ANNI DI TELEREGGIO

“L’hanno detto alla Tv”: in mostra 50 anni di storia di Telereggio
 
Dalle antenne improvvisate all’alta definizione, dal fil di ferro al digitale:
Telereggio ha attraversato 50 anni di storia raccontando il nostro territorio e i suoi cambiamenti,
dando voce a una comunità e ai suoi valori, documentando le sue passioni e i suoi dolori.
Nel suo archivio audiovisivo, in 20mila ore di immagini, suoni e voci c’è un pezzo della storia della nostra provincia.
E non è un pezzo trascurabile. Va dalla Reggio dei primi anni Settanta, la grande stagione delle lotte per i diritti civili,
fino ai giorni nostri. In quelle 20mila ore di immagini ci sono i grandi eventi, il comizio di Enrico Berlinguer nel 1983 e
la visita di Papa Giovanni Paolo nell’88, l’adunata degli Alpini e il concerto degli U2.
Ma ci sono soprattutto i cambiamenti grandi e piccoli, i fatti di cronaca, le storie minute, i personaggi, le feste popolari,
le vicende della Bassa e quelle del crinale. C’è insomma una comunità, di cui Telereggio è stata specchio e
in cui Telereggio si è specchiata e continua a specchiarsi, con un proprio profilo e un’identità sempre forte.
Tutto questo ora diventerà una mostra allo Spazio Gerra, in cui sarà possibile consultare il nostro archivio
per ritrovare un’immagine o un ricordo, una situazione o un volto,
ma anche rivedere scenografie originali e attrezzature tecniche dell’era analogica.
“L’hanno detto alla Tv- 50 anni di Telereggio” sarà inaugurata sabato 28 ottobre alle 18.
La mostra resterà aperta fino al 25 febbraio, ci saranno visite guidate per scuole e gruppi e incontri con i nostri giornalisti.
Venite a trovarci.
 
50 anni di Telereggio: anteprima della mostra allo Spazio Gerra
 
Il pubblico potrà vivere una esperienza immersiva nella storia e nella vita quotidiana di Reggio
attraverso le immagini realizzate dalla nostra emittente
 
Rivediamoci in tv. Con quel filo di tenerezza per spezzoni di vita che riappaiono dal passato, sia prossimo o remoto,
e quel grumo di nostalgia che l’immagine fatta memoria porta con sé.
Non solo un “amarcord”, tuttavia. Sono infatti immagini che hanno informato, portato e raccontato notizie dai campi e
sugli argomenti più diversi, integrate con la voce del telecronista, i suoni, le parole e i volti dei testimoni, delle persone.
Poi, capire come e quando sono nate quelle immagini, dove e perché. Fino alla riscoperta e al confronto con i racconti di oggi.
Un ingente bagaglio culturale e dei ricordi che si riattualizzano e possono essere confrontati con il presente,
proponendo un’interpretazione, un punto di vista su come eravamo e aiutandoci a capire come siamo.
Tutto attraverso mezzo secolo. Perché tutto questo è contenuto in “L’hanno detto alla tivù”,
mostra promossa per i 50 anni di Telereggio, ideata, curata e realizzata da Ics Produzioni, gestore di Spazio Gerra,
in collaborazione con l’emittente televisiva che rende disponibili i materiali esposti.
La mostra ruota attorno e valorizza il vasto Archivio storico audio-visivo della tv reggiana,
che con le sue 20.000 ore di programmi digitalizzati, è secondo soltanto alla Rai e che
non è normalmente accessibile al pubblico.
Telereggio vanta un percorso unico nel panorama televisivo nazionale
e proprio la sua longevità ha prodotto un valore che è posto al servizio di tutti gli interessati.
Un patrimonio documentale che ripercorre e dà una lettura di ciò che è successo dagli anni Settanta ad oggi,
con particolare riguardo a Reggio Emilia, ma non solo.
Telegiornali, interviste, servizi, inchieste, ma anche documentari, spettacoli, eventi e intrattenimento,
in larga parte già digitalizzati, offrono uno spaccato di mezzo secolo di storia locale, dell’immaginario collettivo della città.
L’archivio sarà anche navigabile, con selezione degli argomenti su richiesta del visitatore, in una serie di giornate prestabilite.
Ad arricchire e completare la mostra, uno Spazio ibrido, che si basa sulla creazione di una connessione “mostra-media”
tra luogo espositivo e media locale; appuntamenti dedicati alla Didattica, Conferenze e Incontri su informazione,
editoria, evoluzione dei contenuti e della tecnologica nel mondo della televisione.
“Questa mostra non è una ‘operazione nostalgia’, piuttosto nasce dal desiderio di raccontare,
di mostrare 50 anni della nostra storia attraverso le immagini di Telereggio
entrate nelle case di migliaia di reggiani e nello stesso tempo ha l’obiettivo di avvicinare
e far comprendere come funziona e come ha funzionato, dietro le quinte, una televisione:
da una parte, cosa la tivù produce e dall’altra come ha fatto a produrre, in stagioni culturali e sociali e
con strumentazioni diverse – ha detto l’assessora alla Cultura Annalisa Rabitti,
durante la presentazione del progetto ai media –
L’operazione avviene principalmente grazie al vasto Archivio storico audio-visivo che
Telereggio ha realizzato con la propria lunga attività, custodisce e ora rende fruibile a tutti,
a chi già c’era e si ritrova e a chi ancora non c’era e può scoprire cose interessanti,
dai fatti di cronaca, agli approcci giornalistici, alle diverse tecnologie impiegate nel tempo.
Una mostra a più livelli di approfondimento, che Spazio Gerra ha realizzato
grazie fra l’altro alla sua consolidata esperienza in tema di valorizzazione degli archivi della città”.
“Si va dagli anni pionieristici dell’emittenza televisiva,
testimoniati fra l’altro dal primo trasmettitore della tivù che era collocato in un complesso colonico della collina,
al digitale di oggi – ha spiegato Stefania Carretti di Spazio Gerra –
Ma la dimensione tecnologica non potrebbe esistere senza l’altra grande protagonista della mostra, che è la notizia.
Potremmo dire che questa è una mostra dedicata alla notizia: la notizia ‘in mostra’, dal suo nascere,
dal suo essere riconosciuta come tale, al suo evolversi nel lavoro giornalistico televisivo
prima di raggiungere i telespettatori come prodotto finito.
L’Archivio storico audio-visivo ha perciò un ruolo centrale, è il perno di una mostra che offre diversi livelli di approfondimento,
porta a scoprire ambiti di informazione fra loro diversi dal documentario alla diretta tivù, si rivolge a un pubblico ampio ed eterogeneo,
in particolare ai più giovani e, anche grazie alla disponibilità di laboratori didattici, agli studenti dalle primarie all’università”.
“Dalla sua ideazione e nascita con Pier Paolo Cattozzi nell’epoca delle emittenti libere e, in questi decenni di attività,
Telereggio si è proposta di essere televisione di tutti e questo spirito credo emerga dalla mostra,
che è uno dei momenti più importanti del Cinquantesimo della nostra tivù.
Un reggiano su cinque guarda Telereggio e questo la rende la televisione locale più vista in Italia –
ha sottolineato il direttore di Telereggio, Mattia Mariani –
La mostra è fruibile da un pubblico ampio, di tutte le età e riserva proposte interessanti per le scuole.
Visitando la mostra, scoprendo il mondo affascinante della televisione,
ci auguriamo che qualche ragazzo trovi ispirazione per il proprio futuro lavoro:
servono persone motivate e desiderose di impegnarsi nell’informazione.
Gli anni Settanta, la mostra dà conto anche di questo, furono anche a Reggio Emilia ricchi di fermento per l’editoria:
vorremmo che questa iniziativa culturale riaccendesse l’interesse su questo tema così importante,
sull’informazione libera e su coloro che la realizzano”.
 
La storia e la mostra
Pioniera dell’emittenza radiotelevisiva privata italiana, Telereggio ha attraversato cinque decenni di evoluzione del giornalismo,
dell’intrattenimento televisivo e della tecnologica. Ha vissuto la trasformazione e il completo cambiamento del sistema informativo e comunicativo.
Con due telecamere e una regia, la tv reggiana inizia a trasmettere via cavo nel 1974 con un’ora di trasmissione e circa 3-4 mila spettatori al giorno,
fino all’utenza media giornaliera di oggi: 118.000 spettatori al giorno, oltre ai 40.000 contatti sul proprio sito reggionline.com.
La tv è attualmente dotata di tre grandi studi, due regie mobili e tre strumentazioni per le dirette
grazie alle quali vanno in onda 20 ore di produzione propria giornaliere.
Attraverso il tipo di documentazione “format televisivo”, la storia della provincia viene ripercorsa in modo popolare e leggibile,
con momenti memorabili quali eventi di grande rilievo politico-sociale, fatti di cronaca, manifestazioni culturali e sportive.
Ma soprattutto questi decenni possono essere rivissuti grazie alla grande quantità di materiale che raccoglie la vita di tutti i giorni,
le persone comuni, i filmati che ritraggono gli angoli della città e dei paesi, le storie di vita quotidiana e le bellezze del territorio,
dal crinale dell’alto Appennino fino al Po. Un patrimonio di eccezionale valore che apre a preziose e molteplici possibilità di utilizzo.
La mostra mira a coinvolgere il visitatore nel percorso descrittivo facendolo sentire parte attiva della narrazione.
L’attenzione cade su una comunità che si vede raccontata e dà in questo modo la possibilità,
in particolare a tutti i giovani che non hanno vissuto la seconda parte del ventesimo secolo,
di conoscere e capire meglio la Reggio Emilia degli ultimi decenni del Novecento.
Parallelamente, la mostra si propone come occasione unica per riconsiderare la storia recente della città e
della provincia aprendo una riflessione sul presente. La mostra si svilupperà sui piani di Spazio Gerra con quattro allestimenti.
Al piano terra un composito murales creato a mano accoglierà il visitatore per approfondire i pionieristici anni
in cui nacquero le televisioni private in Italia, tra le quali Telereggio, fondata nel 1973
e per il primo anno attiva soltanto come rivista mensile.
Fu poi una delle prime ad aprire le trasmissioni nel 1974 non appena venne varata la legge sulle Tv via cavo.
Un’installazione immersiva al primo piano porterà il visitatore dentro una pioggia di immagini e notizie di ogni tipo,
quelle che hanno segnato la quotidianità di 50 anni di Reggio Emilia:
dai momenti salienti impressi nell’immaginario della città (fra i quali la visita dei papa Giovanni Paolo II,
l’adunata nazionale degli Alpini, le catastrofi naturali, le grandi imprese sportive delle squadre e degli atleti di Reggio)
alle notizie più curiose e apparentemente marginali, ma con una forte capacità evocativa.
Un’altra sala è dedicata alla ricostruzione di set televisivi con materiali e scenografie di magazzino
per portarci dentro gli studi dove nasce e si trasmette la notizia.
Qui il visitatore potrà cimentarsi in prima persona come speaker televisivo al tavolo del telegiornale,
personalizzando la propria scenografia e scegliendo se ambientarla nel passato, nel presente o nel futuro.
Anche la tecnologia avrà un suo spazio: in mostra alcune attrezzature d’epoca che illustrano in modo semplice e
immediato il funzionamento dell’emittenza televisiva via etere.
Ma il cuore della mostra è appunto l’archivio, con le sue 20.000 ore di trasmissioni digitalizzate.
Cinquanta servizi per i 50 anni di storia della tv potranno essere fruiti dai visitatori all’interno di micro-ambienti e
forniranno un saggio di quanto contenuto nell’archivio e del modo in cui è cambiato il fare informazione in questi decenni.
 
L’archivio navigabile
Per otto sabati mattina dalle 10 alle 13 un operatore sarà disponibile per aprire ai visitatori l’archivio della televisione.
Sarà possibile interrogarlo e navigare al suo interno attraverso parole chiave o per annata per scoprire curiosità nascoste.
Per questo servizio è necessario prenotarsi con anticipo per le giornate di sabato 11 e 18 novembre, 9 e 16 dicembre,
13 e 20 gennaio, 10 e 17 febbraio dalle 10 alle 13 attraverso questo link: https://calendar.app.google/vbGvidmkBH9qtyYD9
La creazione di una connessione “mostra-media” tra un luogo espositivo e un media locale è uno dei fattori più interessanti di questo progetto.
Ciò consentirà, oltre che di ospitare all’interno della mostra incontri e approfondimenti,
di utilizzare gli allestimenti e gli spazi espositivi come quinte per sperimentare format e per le trasmissioni in diretta.
 
Incontri e didattica
Nei quattro mesi di mostra verranno ospitati con continuità appuntamenti, incontri e
approfondimenti aperti al pubblico e incentrati sull’informazione locale, sulla sua evoluzione e sulle prospettive.
A partire dalla proiezione di alcuni servizi d’epoca, si terranno incontri tematici in mostra con i protagonisti del mondo della cultura,
dello sport, dell’economia e della politica di ieri e di oggi. I primi tre incontri dedicati a editoria, cultura e sport si terranno:
mercoledì 8 novembre alle ore 17.30 su Cooperazione ed editoria, venerdì primo dicembre alle 17.30 su Raccontare la cultura,
venerdì 15 dicembre alle ore 17.30 su 50 anni di palloni e altro.
I tre incontri successivi riguarderanno gli ambiti del giornalismo e dell’informazione locale (20 gennaio),
dell’economia e delle start up (3 febbraio) e infine della politica (17 febbraio).
Infine sarà possibile per le scuole visitare la mostra e realizzare laboratori in cui comprendere le dinamiche del lavoro televisivo con attività,
in cui gli studenti potranno misurarsi concretamente. Per prenotazioni e dettagli degli incontri, consultare il sito www.spaziogerra.it
 
I 50 anni di Telereggio: inaugurata la mostra allo Spazio Gerra
 
Chi vorrà potrà consultare il nostro archivio oppure rivedere scenografie originali e attrezzature tecniche dell’era analogica.
 
Allo Spazio Gerra, nel centro della città, è stata inaugurata ufficialmente la mostra “l’hanno detto alla tivù”,
esposizione dedicata ai 50 anni di storia di Telereggio.
E’ possibile consultare il nostro archivio per ritrovare un’immagine o un ricordo, una situazione o un volto,
ma anche rivedere scenografie originali e attrezzature tecniche dell’era analogica.
La mostra resterà aperta fino al 25 febbraio 2024, ci saranno visite guidate per scuole e gruppi e incontri con i nostri giornalisti.
 
Ricordiamo che Telereggio è visibile, in alta definizione con la risoluzione video 1920×1080,
sulla LCN 13 nel Mux LOCALE 1 (EMILIA-ROMAGNA) con copertura regionale e sulla numerazione 96
 identificata VMT-Telereggio nel Mux LOCALE 2attivo da alcune postazioni delle province di Parma e Reggio Emilia.

LAZIO IN DIGITALE: SEMPRE INEFFICIENTE
IL SEGNALE TV DELLA RAI A SANTA MARINELLA (RM)

Permangono i disagi. La Rai ha chiesto al primo cittadino un luogo per eventuali antenne per il digitale
 
Nonostante le tante promesse fatte dalla Rai, il segnale tv a Santa Marinella è quasi sempre inefficiente.
 
Per questo, la scorsa settimana, il sindaco Pietro Tidei ha incontrato i responsabili di Rai Way.
Erano presenti Pietro Grignani, capostaff dell’amministratore delegato di Rai Way,
relazioni istituzionali e comunicazioni esterne, Alessia Bizzarri, responsabile delle relazioni istituzionali
e Corporate Social Responsibility, Vittorio Babuscio, Chief Business Development Officer,
Federico Fabbri, responsabile divisione servizi broadcast,
Giorgio Gaetano Bottari delegato comunale alle relazioni con la Rai e delle problematiche Tv Digitale Terrestre.
La riunione aveva per oggetto la soluzione dei problemi di ricezione del segnale televisivo digitale terrestre Rai nel territorio comunale.
“Sono molti anni che abbiamo questo problema – ha detto il sindaco –
senza andare troppo indietro nel tempo, almeno dal 2019, sono state inviate dal sottoscritto comunicazioni alla Rai,
al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Ispettorato Territoriale,
senza contare le numerose comunicazioni e la richiesta effettuata da oltre cento cittadini di Santa Marinella e Santa Severa,
allo scopo di effettuare una class action nei confronti del gruppo Rai,
allo scopo di risolvere le problematiche relative alla mancata ricezione e malfunzionamenti del segnale televisivo digitale terrestre”.
I rappresentanti di Rai Way hanno spiegato che proprio nel 2019,
con il passaggio delle frequenze del digitale terrestre da Vhf a Uhf nel territorio di Santa Marinella,
si sono previste coperture a nord da Monte Argentario e a sud da Roma Monte Cavo.
Nel 2022 con il refarming delle frequenze del digitale terrestre,
si è inteso migliorare la ricezione del segnale a sud del territorio di Santa Marinella.
Con le ulteriori implementazioni a Civitavecchia, in località Poggio Paradiso,
si è inteso migliorare la ricezione del segnale nello stesso Comune di Civitavecchia ed
auspicabilmente anche in quello di Santa Marinella, quest’ultima cosa purtroppo solo in minima parte ottenuta.
Con contratto ed impegno assunto da Rai, il passaggio alla tecnologia DVB-T2 sarà effettuato entro il 10 gennaio del prossimo anno,
per quanto riguarda i canali Rai1, Rai2, Rai3 nazionale e i canali tematici Rai,
mentre rimarrà in DVB-T per quanto riguarda i canali Rai3 regionali.
Per quanto riguarda le problematiche di ricezione del segnale digitale terrestre nel territorio cittadino,
i responsabili Rai Way hanno proposto inoltre di potenziare il segnale proveniente da sud
con un ulteriore ripetitore e Mux con canali Rai nella stessa direzione dell’attuale segnale da Roma Monte Cavo.
Per questo è stato chiesto al sindaco se già è disponibile luogo fisico dove installare le antenne,
mentre il Comune ha dato piena disponibilità alla collaborazione.
 

CAMPANIA IN DIGITALE: ARRIVA RETE 3 DIGIESSE, UNO TV AL POSTO
DI ENTI E ISTITUZIONI TV, ITALIA 3 DIVENTA ITALIA 2 NEWS NEL MUX LOCALE 6

Ci spostiamo in Campania per segnalare alcune novità nel Mux LOCALE 6.
Sulla LCN 81 identificata Radio Alfa l’emittente ITALIA 3 ha cambiato nome e logo in ITALIA 2 NEWS.

A sinistra il logo nuovo, a destra quello precedentemente utilizzato.

Contemporaneamente ha fatto il suo ingresso la calabrese Rete 3 Digiesse (LCN 90) di Praia a Mare (CS),
trasmessa in MPEG-4 H.264 e in definizione standard nonostante la presenza del suffisso HD accanto al proprio logo,
mentre sulla numerazione 176 la partenopea ENTI E ISTITUZIONI di Pozzuoli ha ceduto il posto all’emittente UNOTV,
con sede nel comune di Sassano (SA), che di conseguenza ritorna disponibile sul digitale terrestre.
Per consultare gli impianti attivi e la composizione completa dei multiplex, cliccate sul banner qui sopra.

MUX DFREE: ROMI OSTI OSPITE SPECIALE SU PRIMA FREE

Lo scorso Martedì 31 Ottobre, durante il programma “La Voce d’Italia” condotto dal giornalista Enzo Spatalino sull’emittente Prima free di Rovigo,
è stato ospite l’appassionato d’arte ed ex imprenditore televisivo Roberto Mario Osti (meglio conosciuto come Romi Osti).
Qui di seguito abbiamo allegato il seguente video con i momenti salienti in cui Romi Osti parla dell’inizio
 e della fine della sua attività televisiva, passando per il biennio di Enzo Spatalino, dal Giugno 2003 al Giugno 2005,
come direttore della redazione giornalistica di LA 9.
Durante il programma abbiamo intercettato anche il promo della defunta A.T.R., acronimo di Azienda Televisiva Radiofonica.
L’intera puntata è disponibile, invece, sul canale YouTube “spatalino tv” e sulla pagina Facebook di Prima free.
Roberto Mario Osti, così si chiama all’anagrafe, nasce a Rovigo nel 1952.
Figlio di un medico e di un’artista, dopo il liceo scientifico si trasferisce a Padova per gli studi universitari.
Appassionato radioamatore, nel 1976 fonda Radio Veneto.
Ancora studente al quinto anno di medicina, inizia la sua carriera di imprenditore
fondando la prima azienda di telecomunicazioni destinata a diventare negli anni una delle più importanti d’Italia.
Inizia fondando Radio Veneto in quel di Rovigo, poi è la volta di A.R.T.E. in quel di Ferrara, e di TeleVeneto, quindi di A.T.R..
Quando partì con l’avventura televisiva di Tele Veneto nel 1975
una caricatura sul Resto del Carlino a firma Euro Lazzari descrisse Osti come “un gianburrasca in blue jeans”.
Dopo Radio Veneto a Rovigo, Tele Veneto, sempre a Rovigo, ed A.R.T.E a Ferrara, nel 1987 Tele Veneto si sdoppia in due emittenti:
Atr (Azienda Televisiva Radiofonica che ha poi mantenuto una fisionomia da “grande regionale” ricevibile in Veneto, Trentino, Friuli) e
Italia9 sorta con l’ambizione di diventare un network. Il numero 9 compare sempre.
La rete si chiama per pochi mesi Italia9, quindi semplicemente 9, poi Super9, infine si arriva all’attuale La9.
Dopo l’estate 1998 il trasferimento da Rovigo a Padova, nel 2000 inizia a trasmettere La9 Romagna-Marche,
con l’acquisto di TeleMare di Cesenatico con relativa concessione, oltre a rami d’azienda di Tgr Grosseto,
Erreuno Tv e un canale anche da Tmc2. Ha inizio la sua espansione che con il nuovo millennio è irresistibile.
Dalle ceneri di A.T.R. nasce La8; nel 2003 parte anche La9 a seguito dell’acquisto di TeleGabbiano, quindi parte La10.
Un quotidiano padovano anni fa definì Romi Osti il “Berlusconi del Veneto”, un settimanale riminese il “Dio delle reti”.
La8, La9 e La10 sono le sue reti con le quali copre quasi tutto il territorio nazionale.
Romi Osti ha sponsorizzato il Forlì Calcio, nel 2003 si è candidato con i Liberal Sgarbi alleati con i Repubblicani:
“ROMI OSTI UN PROGRESSISTA DI DESTRA, UN CONSERVATORE DI SINISTRA” è il suo slogan,
Osti si doppia con Totò, invece di “vota Antonio” si sente “vota Osti”.
Non eletto si allontana dal mondo della politica e prosegue a fare l’imprenditore televisivo.
Nell’estate 2007 Romi Osti ha esposto una serie delle sue opere a Riccione;
intervistato sulla politica si è espresso in favore di Silvio Berlusconi.
 
Ricordiamo che PRIMA FREE è visibile nel Mux DFREE in MPEG-4 H.264 e in definizione standard
e in duplice copia sulle LCN 170 e 231, quest’ultima identificata UNO TV.

PIRATERIA PAY TV: E' TORNATO IL CARD SHARING

In Italia il fenomeno del card sharing era praticamente scomparso negli ultimi anni,
anche a causa della dilagante offerta di IPTV illegali,
che aveva un costo analogo o addirittura inferiore e dalla maggiore praticità,
facilità di visualizzazione su qualsiasi dispositivo (TV, PC, mobile) purché connesso ad internet.
Non trascurabile opportunità di visione in mobilità!
Il card sharing è progressivamente scomparso grazie all’introduzione di iCAM da parte NDS (Sky Italia)
per migliorare la resistenza del proprio sistema di accesso condizionato Videoguard;
sia per il DVB-T (Mediaset) con l’abbandono della distribuzione dei servizi pay-TV,
che culminò con la chiusura del servizio Premium nel Giugno 2019.
Fu così praticamente impossibile offrire servizi di card-sharing per pay-TV italiane.
Le stesse centrali di produzione di flussi IPTV italiani dovettero tornare ad utilizzare decoder ufficiali ed
altrettante schede abbonamento legali tanti quanti erano i canali da produrre per la distribuzione illegale.
Insomma, un’infrastruttura non banale, dagli alti costi iniziali e fissi che poteva essere messa in piedi e
gestita solo da chi aveva ingenti fondi, disponibilità di intestatari fittizi ed “insospettabili”,
opportunità di vendita ed assistenza sul territorio… capacità recuperabili in buona parte solo in organizzazioni criminali.
 
Che cos’è il card-sharing
Il card-sharing, letteralmente condivisione della carta,
consiste nella condivisione illegale dei diritti di visione di un abbonamento lecitamente acquistato,
attraverso la condivisione dei codici per la decriptazione del segnale video del digitale terrestre o satellitare.
In passato era possibile condividere tali codici in modo off-line, semplicemente clonando le carte
in modalità totalmente air-gap, con gli utenti finali non rilevabili;
con i sistemi di protezione moderni data la frequente rigenerazione dei codici è necessario disporre servizi on-line,
con tutto ciò che ne comporta in termini di rintracciabilità dell’utente attraverso il flusso dati.
Il segnale video criptato dei canali è distribuito dal ripetitore terrestre o dal satellite in modo indiscriminato a chiunque,
insieme a tutti gli altri canali (anche non criptati), ma sarà solo il dispositivo utente a permetterne la visualizzazione
se dotato di autorizzazione alla visione, o meglio dotato dei codici di decriptazione del segnale video.
 
Differenza tra IPTV e card-sharing
Nonostante possano offrire servizi simili, flussi IPTV illegali e card-sharing hanno caratteristiche ben differenti.
I flussi IPTV necessitano di un’infrastruttura di distribuzione dei flussi video importante,
al quale va affiancata anche un’infrastruttura di produzione dei flussi non banale,
dove quest’ultimi vengono spesso ricodificati in qualità più scarsa o codificati da flussi satellitari,
magari visualizzati proprio attraverso il card-sharing.
Il card-sharing non necessità di grandi infrastrutture.
Non c’è distribuzione del segnale video ma solo di codici estremamente brevi, per altro facilmente gestibile,
“giustificabile” nel traffico di rete qualsiasi se questo è oscurato/offuscato.
Per la generazione dei codici è necessario una card di un abbonamento valido ed un dispositivo adeguato,
da cui possono essere estrapolati e ricondivisi.
Gli ISP e gli OTT sono sempre più colpiti dalla dilagante offerta delle IPTV illegali
che generano ai primi un imbarazzante traffico anomalo sulle centrali e dorsali
non attenuato da alcun tipo di CDN di prossimità,
mentre ai secondi un’indiretta mancanza di fatturato e ingenti danni d’immagine ai loro marchi e prodotti.
A differenza delle IPTV, il card-sharing può essere notevolmente più ostico da scovare e reprimere.
 
VideoGuard è stato bypassato?
Nelle immagini diffuse dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza Barletta
durante l’ultima operazione contro la pirateria audiovisiva a Canosa di Puglia sono emersi elementi interessanti.
L’infrastruttura messa in piedi è abbastanza economica ed approssimativa, ma efficace per lo scopo.
Si nota come non sia stato utilizzato alcun decoder originale di Sky Italia, ma solo un particolare modello di decoder.
I segnali SAT criptati, visualizzati attraverso accessi in card-sharing, venivano ricodificati in flussi IP direttamente dal decoder,
che poteva inoltrare il flusso video o sulla rete locale o direttamente via internet al “centro di distribuzione”.
In particolare sullo schermo acceso è possibile proprio notare la schermata di configurazione del segnale di card-sharing 
riconducibile proprio alla tipologia di decoder utilizzato.
Questo dettaglio mette in luce che questa “centrale di ri-trasmissione” o producesse flussi da segnali SAT di pay-TV estere
(interessanti anche per il mercato italiano) che non utilizzano il sistema CA VideoGuard,
o che quest’ultimo sia stato effettivamente violato.
Tale scenario giustificherebbe il riacceso fermento presente sul tema “card-sharing Italia”
e le promettenti offerte di servizi di card-sharing “Sky Italia” occultate tra note piattaforme internazionali di vendita online.
 
Conclusioni
Con le ultime iniziative italiane per colpire pesantemente l’IPTV illegale,
se la violazione del protocollo Videoguard fosse confermato e velocemente comunicato ai clienti sul territorio,
il card-sharing potrebbe tornare fortemente alla ribalta.
L’unico metodo per individuare queste centrali di produzione del segnale di card-sharing
sarebbe una temporanea sovrapposizione del segnale ad alta quota, finemente selettivo attraverso beamforming,
su tutto il territorio nazionale, comunitario e di nazioni collaborative, sincronizzato con i flussi offerti ai clienti.
Lo stesso metodo potrebbe essere utilizzato, con ancora più facilità
per individuare le centrali di produzione dei flussi IPTV attraverso i segnali SAT,
in questo caso sarebbe sufficiente il jamming del segnale ad alta quota
sincronizzato sui frame trasmessi sia dal segnale SAT sia non trasmessi dai flussi IPTV.
In entrambi i casi l’attrezzatura da utilizzare non sarebbe banale, 
ma difficilmente reperibile ed utilizzabile fuori dall’ambiente militare.
 

RADIO DAB: CAMBI DI FREQUENZA IN CORSO PER IL MUX DAB ITALIA

Occupiamoci ora della Radio DAB; dopo gli ulteriori cambi di frequenza del Mux DAB ITALIA,
abbiamo riaggiornato la griglia con l’elenco di tutte le postazioni.
Negli ultimi giorni, inoltre, è stato attivato il Canale 7D dal ripetitore marchigiano di MONTE CONERO nel comune di Sirolo (AN).
Per consultare gli impianti attivi e la composizione completa dei multiplex, cliccate sui banner qui sopra.

Postazione di MONTE CONERO - Sirolo (AN)

SVIZZERA: POSTICIPATO LO SPEGNIMENTO FM AL 2026

Ultima proroga di due anni delle concessioni FM
 
I programmi radiofonici possono ancora essere trasmessi via FM sino alla fine del 2026.
Durante la sua seduta del 25 ottobre 2023, il Consiglio federale ha deciso di prorogare di due anni
le concessioni di radiocomunicazione FM prossime alla scadenza.
In questo modo il settore radio ottiene la flessibilità auspicata per completare con successo
il processo di migrazione dalla radio analogica a quella digitale.
Con una modifica dell’ordinanza sull’utilizzazione dello spettro delle radiofrequenze (OUS),
il Consiglio federale permette che le concessioni di radiocomunicazione FM esistenti rimangano valide,
oltre la loro attuale scadenza, sino alla fine del 2026.
Le emittenti radiofoniche possono decidere di interrompere prima la diffusione analogica;
già dal 2020 non c’è più l’obbligo di diffondere programmi via FM.
Inizialmente il settore radiofonico intendeva abbandonare le FM al più tardi entro la fine del 2024.
Quest’ultima proroga offre l’opportunità di completare, con soluzioni individuali,
il processo di migrazione dalla radio FM a quella digitale al più tardi entro la fine del 2026.
 
Il passaggio alla radio digitale è sulla buona strada
La fruizione della radio avviene già oggi prevalentemente in modalità digitale (DAB+ e Internet).
Nella primavera del 2023, la percentuale della fruizione radiofonica digitale era dell’81 per cento,
quella delle FM è scesa al 19 per cento. A casa e al lavoro, oltre l’80 per cento della fruizione avviene via canali digitali,
in auto si tratta di due terzi degli ascoltatori. Ormai soltanto l’8 per cento ascolta la radio esclusivamente via FM.
Anche il regolamento UE sullo standard DAB+ per i veicoli nuovi contribuirà nei prossimi anni all’aumento della fruizione digitale.
 
 
In allegato i seguenti link:
 
 

CARMAGNOLA (TO): MAXI MULTA E SEQUESTRO PER LA RADIO PARROCCHIALE

Carmagnola: radio parrocchiale sequestrata e multa salatissima. Utilizzava frequenze non consentite
 
Un verbale da circa 100 mila euro e il sequestro del dispositivo
che serviva a diffondere le celebrazioni via radio a chi non può arrivare fino in parrocchia.
Una vera e propria mazzata è piombata sulla Collegiata di Carmagnola,
quando in settimana gli ispettori dell’ufficio telecomunicazioni provinciale hanno fatto visita in città per accertare un’anomalia
su frequenze che dovevano essere riservate in ambito militare ed invece risultavano operative per altro.
Secondo le ricostruzioni, si è scoperto che l’antenna sul campanile della Collegiata, lì da decenni,
trasmetteva le celebrazioni su frequenze non più utilizzabili. Una cosa che era molto complicata da sapere.
Un tempo erano libere, ora non più perché in uso al ministero della Difesa
e chi ha svolto i controlli ha proceduto alla chiusura della radio e a redigere un verbale di circa 100 mila euro di multa. Un’enormità.
La parrocchia ha fatto sapere che attraverso gli avvocati si sta cercando di ridimensionare l’ammontare della sanzione,
che altrimenti sarebbe molto difficile da saldare.