Giovedì 16 Novembre 2023

ANALISI EUROPEE PER LO SPETTRO RADIOTELEVISIVO ITALIANO:
SITUAZIONE RADIOFONICA ANCORA COMPLICATA NELL' AREA ADRIATICA E IONICA.

Il RSPG (Radio Spectrum Policy Group) ha organizzato due ulteriori incontri:
il primo il 13 Luglio, in maniera ibrida, il secondo il 25 Settembre, via web.
Alla riunione di Luglio hanno partecipato per la 1′ volta la MACEDONIA DEL NORD ed il MONTENEGRO.
Qui di seguito analizziamo esclusivamente ciò che riguarda l’ ITALIA.
 
A LIVELLO RADIOFONICO
INTERFERENZE FM
 
L’ ITALIA ha dichiarato che il gruppo di lavoro istituito secondo il decreto legislativo 207/2021 non ha ancora ultimato la bozza del rapporto,
ma sta lavorando per completarla prima dell’inizio della Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni del 2023 (WRC 23)
prevista a Dubai dal 20 Novembre al 15 Dicembre.
I contenuti della relazione, comprese eventuali soluzioni per risolvere le interferenze transfrontaliere, saranno inoltrati al RSPG
solo dopo la valutazione del Consiglio dei Ministri.
 
A causa del periodo estivo non sono stati compiuti passi in avanti verso la risoluzione dei casi prioritari d’interferenze FM.
Tuttavia, l’ ITALIA ha raccolto ulteriori informazioni sulla situazione dei disturbi FM e,
nel caso di MALTA, questi dettagli verranno analizzati per identificare quali azioni specifiche possano essere intraprese,
con il supporto dell’ufficio locale siciliano.
Ad una domanda del rappresentante della Comunità Europea, l’ ITALIA ha risposto che
alcune delle azioni incluse nella futura relazione potranno essere applicate immediatamente,
mentre altre dovranno essere valutate dal governo.
 
Tra ITALIA e FRANCIA sono stati compiuti progressi limitati per corrispondenza.
Oltre all’interferenza di Radio Nostalgie da Bonifacio (Corsica) sugli 88.3 MHz,
le discussioni fra i 2 Paesi riguardano anche altre emittenti radiofoniche francesi attive in Corsica,
alcune delle quali proprio nella zona di Bonifacio.
A tal proposito sono state presentate all’ITU 39 modifiche alle voci del piano di Ginevra 1984.
La FRANCIA ha ricevuto i risultati degli studi italiani, i quali sono stati oggetto di ulteriori discussioni bilaterali.
 
Lo scorso Giugno l’ ITALIA ha accettato di condividere le informazioni sulle proprie reti FM situate nel nord della Sardegna
e ha già fornito alla FRANCIA una prima raccolta di dati.
Tuttavia è stato chiesto all’ ITALIA di procurare i dettagli completi sia per la Sardegna settentrionale, sia per le altre aree rilevanti,
dal momento che quelli attuali potrebbero risultare insufficienti.
L’ ITALIA è fiduciosa che nel prossimo incontro bilaterale verrà raggiunto un accordo su alcune delle notifiche francesi.
Per quanto riguarda la richiesta di una banca dati completa, ha affermato che la fornirà
una volta concluso il processo di verifica dei parametri tecnici delle stazioni presso l’ufficio locale.
 
L’ ITALIA sta inoltre cercando di trovare una soluzione in base all’articolo 18.2 del Regolamento Radio ITU
per 4 emittenti radiofoniche francesi che risultano attive dall’Isola d’Elba senza la propria autorizzazione.
Dopo questo processo, l’ ITALIA cercherà di emettere un’autorizzazione alle seguenti stazioni francesi.
 
Prosegue la fase di stallo sui casi d’interferenza FM con MALTA.
 
SLOVENIACROAZIA sono contrariate sia per il ritardo del gruppo di lavoro italiano,
sia perchè questa situazione va ancora avanti dopo 20 anni di continue relazioni e discussioni.
La CROAZIA ha chiesto di accelerare il processo italiano per risolvere alcune interferenze,
in particolare quelle provocate alla postazione di MONTE BIOKOVO.
Secondo la SLOVENIA, la violazione delle regole ITU e dell’articolo 45 del CECE (Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche)
da parte dell’ ITALIA dovrebbe spingere la Commissione Europea a ricorrere alle vie legali e
costringere così il gruppo di lavoro italiano a velocizzare il processo.
Le emittenti radiofoniche slovene stanno subendo danni economici,
mentre quelle italiane, che utilizzano frequenze non assegnate a livello internazionale, realizzano profitti.
È quindi necessaria una soluzione rapida.
Il rappresentante della CE ha affermato che l’ ITALIA dovrebbe presentare la relazione al Ministero prima della prossima riunione del RSPG
ed una volta pubblicata, dovrà adottare velocemente delle soluzioni perchè la situazione attuale non può più essere tollerata.
 
L’ ITALIA comprende la delusione per i mancati passi in avanti nella risoluzione delle interferenze FM segnalate e
spera in un miglioramento grazie alle attività del proprio gruppo di lavoro.
In conclusione, è stata nuovamente sollecitata a rispettare gli obblighi internazionali nell’utilizzo dello spettro radio e
dare priorità ai principali casi d’interferenza, in particolare quelli che riguardano le postazioni di MONTE NANOS in SLOVENIA e
MONTE BIOKOVO in CROAZIA che risultano pendenti da troppo tempo.
Entro fine Ottobre, la CROAZIA dovrebbe presentare al RSPG le relazioni sulle interferenze in banda FM,
una volta terminate le misurazioni.
Attualmente i casi considerati prioritari dalla CROAZIA sono 40, mentre in totale risultano disturbate dall’ ITALIA ben 160 emissioni FM croate.
 
 
INTERFERENZE DAB (RADIO DIGITALE)
 
È stata nuovamente sottolineata l’importanza di concludere l’accordo DAB adriatico-ionico
per risolvere i problemi della radio digitale in SLOVENIACROAZIA ed alcuni casi d’interferenza FM provocati dalle emittenti radiofoniche italiane.
La fase di stallo nel raggiungimento di quest’intesa è dovuta, da un lato, al fatto che il gruppo adriatico-ionico ha tenuto l’ultimo incontro a Gennaio,
e dall’altro, a causa di 2 problemi specifici:
 
• mancato coordinamento transfrontaliero tra ALBANIA e MACEDONIA DEL NORD sull’utilizzo di alcuni canali
che influiscono sulla divisione del numero di frequenze DAB nell’area adriatico-ionica;
 
• la posizione assunta dalla SLOVENIA a causa della mancanza di un’intesa comune con l’ ITALIA sulle norme definite dal Regolamento Radio ITU
ed il rifiuto italiano alla richiesta della SLOVENIA di registrare stazioni aggiuntive nel piano di Ginevra 1984 (GE84).
 
La MACEDONIA DEL NORD ha informato il RSPG che per le trasmissioni TV sta utilizzando 7 frequenze nella banda UHF e
dispone di un ulteriore canale in VHF, mentre non risultano ancora attivi i servizi DAB sui canali VHF 11 e 12.
Inoltre sta pensando di destinare al DAB i propri diritti in VHF del piano di Ginevra 2006 riservati alle trasmissioni televisive.
Non avendo ottenuto il via libera all’ingresso all’interno del gruppo adriatico-ionico e
non essendo coinvolta nel processo di ripianificazione della banda VHF per il DAB,
la MACEDONIA DEL NORD non ha potuto ottenere un accesso equo allo spettro radio.
Tuttavia ha ricevuto diverse richieste di coordinamento transfrontaliero delle frequenze in banda VHF da parte dei Paesi vicini.
È stata particolarmente apprezzata la cooperazione tecnica con ALBANIA e SERBIA.
 
Per quanto riguarda la proposta italiana relativa alla revisione del piano, la MACEDONIA DEL NORD ha affermato che occorre tempo ed
è necessario coinvolgere le parti interessate, compreso il Ministero e le proprie emittenti,
considerando, inoltre, la posizione di svantaggio in cui si trova rispetto alle altre Amministrazioni.
La MACEDONIA DEL NORD ritiene che i futuri blocchi di frequenze DAB debbano essere riconosciuti a livello internazionale,
quando il processo relativo al DAB raggiungerà le fasi finali.
A causa della propria situazione politica, ha chiesto che gli accordi di coordinamento delle frequenze con i Paesi vicini vengano sottoscritti
nello stesso momento e luogo della firma dell’accordo regionale DAB.
Per rispettare il principio di accesso equo allo spettro radio, la MACEDONIA DEL NORD ha dichiarato d’aver bisogno
d’ulteriori blocchi di frequenze DAB e ha suggerito alcune possibili soluzioni per la pianificazione DAB in VHF:
 
• iscrizione delle assegnazioni DAB nel Piano di Ginevra 2006 in base alla procedura di cui all’articolo 4 di GE06.
Di conseguenza, tutti i canali TV verranno registrati anche per il DAB nelle 8 assegnazioni di frequenze previste per la TV.
 
• utilizzare e registrare le assegnazioni DAB nelle voci del Piano TV del MIFR ai sensi dell’articolo 5 di GE06.
In questo frangente non è richiesto alcun coordinamento aggiuntivo,
tranne nel caso in cui una voce del piano corrispondente sia fonte di osservazioni.
 
• utilizzare il principio regionale della riprogrammazione della frequenza VHF 10, già registrata per la TV, e
destinarla al DAB (come è stato fatto, ad esempio, dalla SERBIA).
 
La MACEDONIA DEL NORD rispetta le possibili soluzioni dalle altre Amministrazioni,
ma ha la libertà di decidere come utilizzare i canali/blocchi registrati nel prossimo futuro.
Il Paese è suddiviso in 8 diverse zone, alcune delle quali sono di piccole dimensioni.
L’unione di alcune di queste aree d’assegnazione migliorerebbe lo sfruttamento dello spettro radio e
faciliterebbe il coordinamento transfrontaliero, in particolare con ALBANIA e BULGARIA.
Per quanto riguarda la riconversione delle frequenze TV di GE06 per il DAB, è stato notato che
questa soluzione è possibile, a patto di rispettare il livello d’intensità di campo prestabilito per il DVB-T e
ciò può essere fatto applicando un fattore correttivo pari a 6,371 dB.
 
La SLOVENIA ha notato che la sua estensione geografica è simile a quella della MACEDONIA DEL NORD e
ha dichiarato d’aver progettato l’assegnazione di un’unica frequenza per ogni operatore di rete in tutto il Paese.
La MACEDONIA DEL NORD ha risposto che saranno previste 2 aree d’assegnazione per il DAB.
 
In base alle indicazioni fornite da quest’ultima sulle proprie necessità di spettro nella banda VHF,
l’ ITALIA ha rivisto la bozza del piano di canalizzazione dell’accordo DAB regionale.
Questo processo ha l’obiettivo di risolvere le controversie tra ALBANIA e MACEDONIA DEL NORD e
soddisfare le esigenze di spettro di quest’ultima, senza intaccare il nucleo del piano attuale,
come concordato all’interno del gruppo adriatico-ionico.
I risultati di questo processo sono stati condivisi con il suddetto gruppo il 12 Luglio per un esame,
in particolare per valutare se i vincoli proposti possano essere accettati.
Se la proposta italiana avrà esito positivo, i risultati saranno condivisi con la MACEDONIA DEL NORD e
le questioni tecniche relative all’accordo regionale DAB saranno considerate risolte.
In caso contrario, bisognerà tener conto degli elementi aggiuntivi, come ad esempio le limitazioni che derivano da accordi con altri paesi vicini.
 
L’ ALBANIA ha affermato che potrà firmare l’accordo regionale DAB solo se risolverà le incompatibilità con la MACEDONIA DEL NORD.
Una di queste riguarda la richiesta macedone di un 3′ blocco di frequenze DAB.
La MACEDONIA DEL NORD potrà riconvertire le frequenze TV per la radio digitale e così facendo si ritroverebbe in totale con 6 assegnazioni DAB.
 
Nonostante il mancato ingresso all’interno del gruppo adriatico-ionico, quest’ultima ha ricevuto il sostegno dei Paesi limitrofi
nella ripianificazione e nel coordinamento delle frequenze, in particolare dalla CROAZIA che s’è anche offerta di
condividere le mappe dell’accordo regionale DAB, le quali potrebbero essere utilizzate proprio dalla MACEDONIA DEL NORD,
in base ai suggerimenti del RSPG.
Dopo aver analizzato le mappe di distribuzione delle frequenze per la regione adriatico-ionica ottenute in seguito alla riunione del 13 Luglio,
la MACEDONIA DEL NORD ha cominciato ad analizzare tutte le possibili soluzioni e sviluppare le proprie proposte.
La prima consiste nell’assegnare i canali VHF 5 nella propria area occidentale e VHF 9 nella zona orientale.
La possibile liberazione da parte dell’ ALBANIA di quest’ultima frequenza nella zona di confine
permetterebbe l’utilizzo del canale VHF 9 in tutta la MACEDONIA DEL NORD,
la quale ha bisogno di un ulteriore blocco di frequenze nelle altre aree d’assegnazione.
 
La MACEDONIA DEL NORD ha affermato che, nel caso in cui venga trovata una soluzione accettabile da ambo le parti,
ci vorrà del tempo per compilare avvisi elettronici per le sue assegnazioni e
per l’inserimento negli accordi bilaterali o multilaterali di coordinamento delle frequenze.
Inoltre condividerà a breve diverse proposte con il RSPG; l’ ALBANIA ha dichiarato d’aspettarle volentieri ed, una volta ottenute,
le esaminerà attentamente per trovare la miglior soluzione.
 
L’ ALBANIA ha informato il RSPG d’aver analizzato la proposta italiana di modifica al progetto del piano di distribuzione delle frequenze
nella regione adriatico-ionica ed ha evidenziato i seguenti problemi:
 
• la frequenza VHF 5, proposta per il digitale terrestre nell’area di Elbasan (assegnazione AL006D),
non può essere utilizzata per evitare interferenze nel villaggio macedone di Mali Vlaj e
perchè già riservata alla MACEDONIA DEL NORD in base agli accordi GE06;
 
• i blocchi 11C e 12A, proposti per il DAB sempre nella zona albanese di Elbasan (assegnazione AL006D),
risultano anch’essi incompatibili con la MACEDONIA DEL NORD.
 
L’ ALBANIA sta infine riscontrando delle difficoltà interne per l’utilizzo del canale VHF 8,
proposto per il digitale terrestre a livello locale, nella zona di Dibër (assegnazione AL003D).
 
Per quanto concerne la situazione fra ITALIA e SLOVENIA,
quest’ultima ha confermato d’aver ricevuto la risposta italiana alla propria lettera inviata qualche tempo fa.
Il 10 Ottobre s’è svolto un incontro bilaterale moderato dai copresidenti del SG e sostenuto dalla Commissione europea,
durante il quale sono state individuate potenziali soluzioni che l’ ITALIA sta valutando.
Le attuali posizioni dei 2 Paesi sul rispetto del Regolamento Radio ITU sono ancora in disaccordo.
Secondo la SLOVENIA, il problema principale è l’uso di frequenze non coordinate da parte dell’ ITALIA.
Inoltre anche i tribunali italiani ignorano le regole dell’ITU e le stazioni radiofoniche italiane ricorrono alle cause legali
contro gli operatori sloveni che non solo subiscono interferenze pur trasmettendo su frequenze coordinate,
ma a causa delle sentenze giudiziarie, sono obbligati a ridurre i loro parametri di emissione per proteggere le emittenti radio italiane “incriminate”.
Malgrado la situazione, entrambi i Paesi hanno confermato la volontà di trovare un compromesso su questa situazione e
sul fatto che l’ ITALIA impedisce alla SLOVENIA di registrare ulteriori stazioni nel piano di Ginevra 1984 (GE84).
L’ ITALIA ha dichiarato d’aver proposto revisioni al proprio accordo bilaterale e ha chiesto alla SLOVENIA d’indicare i punti esatti
in cui le proposte italiane non sono conformi ai Regolamenti Radio ITU.
L’ ITALIA ha confermato la volontà di risolvere le interferenze FM,
ma non è disposta ad accettare una soluzione che la costringa ad utilizzare solo i propri diritti di Ginevra 1984.
 
La firma sul futuro accordo DAB adriatico-ionico è rallentata anche da un problema di coordinamento transfrontaliero fra ITALIA e MONTENEGRO.
Nello specifico l’ ITALIA teme delle incompatibilità con la postazione montenegrina di BJELASICA,
già registrata nel Piano GE06 e situata al di fuori della zona di coordinamento pertinente.
Per risolvere questo problema, il MONTENEGRO ha proposto una riduzione della potenza effettiva irradiata (Erp) di 8 dB verso l’ ITALIA.
Ulteriori diminuzioni non saranno possibili poiché renderebbero inutilizzabile l’assegnazione.
Le preoccupazioni dell’ ITALIA potrebbero dipendere dall’applicazione di 2 diverse versioni del modello di propagazione (Raccomandazione ITU-R P.1812)
che hanno fornito risultati differenti.
È stato sottolineato che la versione del modello P.1812-6 è poco affidabile, essendo stata riscontrata un’intensità di campo più alta di ben 30 dB
rispetto a quella ottenuta dalla versione precedente (P.1812-5) su una distanza superiore a 300 km senza linea di vista.
Ciò è stato dimostrato attraverso misurazioni e studi approfonditi, i cui dettagli sono stati successivamente inoltrati all’ ITALIA
nel Dicembre 2022 per la revisione. Questi studi dimostrano, dunque, che la postazione di BJELASICA non disturberà l’ ITALIA.
Quest’ultima ha affermato che completerà la sua valutazione entro la metà di Ottobre e terrà in considerazione il fatto che
il ripetitore di BJELASICA è già registrato nel piano GE06 ed è fondamentale per il MONTENEGRO.
Su questo punto il Paese balcanico ritiene così importante risolvere il problema
che ha addirittura ventilato l’ipotesi d’abbandonare il gruppo adriatico-ionico.
 
Il MONTENEGRO ha intenzione di attivare, durante il 2024, diverse postazioni, tra cui quella di BJELASICA,
e dunque vorrebbe discutere nuovamente con l’ ITALIA su questa questione tecnica possibilmente prima della WRC-23.
A tal proposito è previsto un incontro bilaterale entro il 20 Novembre.
La CROAZIA ha ricordato che all’interno del gruppo adriatico-ionico viene adottato il modello di propagazione P.1812-5
perché considerato più attendibile per le misurazioni sul campo.
Pertanto il MONTENEGRO ha chiesto all’ ITALIA d’utilizzarlo per la valutazione del caso di BJELASICA.
 
Per quanto riguarda la proposta italiana di ripianificazione delle frequenze, il MONTENEGRO ha dichiarato che
alcune delle soluzioni proposte sono incompatibili per gli Stati orientali.
In particolare ha osservato che non sarebbe possibile attivare il canale VHF 5 nella zona di BJELASICA
perché già utilizzato dalla SERBIA in 2 zone di frontiera.
Verso la metà del 2021, l’area di BJELASICA era già stato oggetto d’incompatibilità fra MONTENEGRO e SERBIA
(non facente parte del gruppo adriatico-ionico) che aveva contestato la 3′ assegnazione DAB montenegrina.
L’unica soluzione possibile per il MONTENEGRO era quella di modificare la struttura della rete per quella specifica area d’assegnazione
dividendola in 5 piccoli lotti, garantendo così la compatibilità con la SERBIA ed i paesi della regione adriatico-ionica.
Inoltre, ci sono in ballo anche alcune questioni con la BOSNIA-ERZEGOVINA.
 
Per cercare di trovare una soluzione accettabile, l’ ITALIA ha affermato che i Paesi dell’Est interessati devono fornire i dettagli dei loro piani
insieme ad eventuali obblighi e condizioni derivanti da accordi bilaterali e multilaterali al di fuori della zona cuscinetto,
in base ai quali verranno effettuate ulteriori analisi.
 
Il MONTENEGRO ha dichiarato che, secondo il piano GE06, ha diritto ad utilizzare un canale VHF per la TV e
3 blocchi per la radio digitale e ritiene questo numero già soddisfacente per le proprie esigenze di trasmissione.
La propria partecipazione nelle attività di coordinamento del gruppo adriatico-ionico è dovuta
alla definizione dei parametri tecnici delle proprie 3 assegnazioni DAB ed al rispetto dell’accesso equo allo spettro radio per tutti,
in quanto alcuni Paesi confinanti si ritrovano con un’assegnazione DAB in meno rispetto a MONTENEGRO, SLOVENIACROAZIA.
Il MONTENEGRO ha affermato che finora il gruppo adriatico-ionico ha simulato 4 pianificazioni
basate su una matrice di compatibilità come ipotesi di base tra le aree di assegnazione di tutti i Paesi del gruppo,
comprese quelle al di fuori della zona cuscinetto degli Stati orientali.
In questa maniera è stato possibile allineare il disegno dell’accordo DAB regionale con i piani dei Paesi non appartenenti al gruppo adriatico-ionico.
Secondo il MONTENEGRO, sarebbe meglio applicare per tutti il piano della 4′ simulazione,
anche perché si ritroverebbe con lo stesso numero di frequenze assegnate in base a GE06.
L’ ITALIA ha ritenuto possibile, ma irrealizzabile, una 5′ simulazione di pianificazione.
 
Ha inoltre dichiarato di aver ricevuto una lettera ufficiale da SAN MARINO (non facente parte del gruppo adriatico-ionico),
la quale conferma che non s’opporrà alle modifiche che verranno apportate al piano GE06.
Una copia di questa lettera sarà condivisa proprio con i membri del gruppo adriatico-ionico.
 
La CROAZIA ha bocciato la proposta italiana di revisione del piano delle frequenze,
in quanto l’ ITALIA non ha potuto tener conto di tutti gli obblighi, come ad esempio i canali utilizzati in SERBIA ed UNGHERIA, ed
inoltre fra gli Stati dell’Europa sud-orientale (gruppo SEDDIF) è già stato firmato un accordo di coordinamento della banda VHF.
Secondo la CROAZIA, sarebbe opportuno concentrarsi sulla situazione che riguarda il confine fra ALBANIA e MACEDONIA DEL NORD.
 
La GRECIA ha ritenuto accettabile la proposta italiana di modifica al progetto del piano dell’accordo regionale DAB,
dichiarando che, oltre alle discussioni all’interno del gruppo adriatico-ionico, bisogna considerare gli accordi SEDDIF e GE06.
 
Prosegue il braccio di ferro fra ITALIA da una parte, SLOVENIACROAZIA dall’altra, per l’utilizzo o meno dei canali 7C e 7D.
L’ ITALIA continua a sostenere, come soluzione di questi disturbi fino alla firma dell’accordo DAB per la regione adriatico-ionica,
l’attivazione temporanea di queste 2 frequenze, che in base al piano GE06 sono assegnate esclusivamente al lato occidentale
dell’area di coordinamento adriatica (vale a dire SAN MARINO e alcune regioni italiane).
Dopo la firma, i Paesi interessati dovranno concordare con l’ ITALIA i tempi necessari
per lo spostamento delle trasmissioni DAB dai canali 7C e 7D verso altri blocchi di frequenze.
L’ ITALIA ha chiarito che i propri operatori sono già consapevoli di questa situazione.
SLOVENIACROAZIA, invece, hanno suggerito all’ ITALIA di sfruttare altre frequenze già assegnate, ma attualmente spente.
Nonostante ciò, quest’ultima sta già utilizzando i blocchi 7C e 7D senza i necessari accordi di coordinamento,
violando così le norme ITU e CECE (Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche).
L’ ITALIA ha bocciato il possibile utilizzo di frequenze alternative, comprese quelle attualmente spente,
perché saranno sfruttate a tempo debito in base al proprio piano DAB nazionale.
La SLOVENIA ha dichiarato di dover utilizzare i canali 7C e 7D durante il periodo di transizione e
ha già raggiunto accordi di coordinamento con 8 Paesi. Resta da trovare l’intesa con l’ ITALIA.
SLOVENIA e CROAZIA hanno chiesto all’ ITALIA di specificare chiaramente
con quali frequenze intende sostituire i canali 7C e 7D dopo la ratifica dell’accordo DAB regionale,
poiché apparentemente sono disponibili altri 10 blocchi di frequenze che potrebbero essere utilizzati senza problemi.
 
La SLOVENIA è preoccupata dal fatto che l’andazzo della situazione legata al DAB stia diventando simile a quella della banda FM,
mentre la CROAZIA ha richiesto chiarimenti sul processo italiano che porta all’utilizzo dei canali 7C e 7D
(es. quali blocchi vengono sfruttati attualmente, la data prevista per lo spostamento delle frequenze, ecc.),
la durata di questi diritti d’uso temporanei e cosa accadrà nel caso in cui l’accordo DAB regionale non venga concluso.
Per rispondere a queste domande, è stata chiesta all’ ITALIA una relazione scritta che sarà resa disponibile
possibilmente prima del prossimo incontro del gruppo adriatico-ionico.
 
L’ ITALIA ha ricordato che il proprio piano DAB provvisorio prevede 3 reti nazionali e 3 regionali.
I diritti d’uso erano già stati assegnati dal Ministero alle reti DAB nazionali n. 1 (Rai), n. 2 (DAB Italia) e n. 3 (Eurodab Italia).
La Rai ha presentato ricorso perché preferisce utilizzare le frequenze della rete n. 3.
Di conseguenza, il Mux EURODAB ITALIA ha dovuto sospendere il cambio di frequenza già in corso
fino a quando non sarà completato il processo di riassegnazione.
Il blocco 7C è stato attribuito alla rete n. 1 (Mux DAB+ RAI), mentre il canale 7D alla rete n. 2 (Mux DAB ITALIA).
Il Mux EURODAB ITALIA aveva già effettuato 89 riconversioni.
 
Per quanto riguarda le reti locali, il Ministero ha avviato nei mesi scorsi la procedura d’assegnazione delle frequenze ed
i relativi diritti d’uso verranno rilasciati una volta completato questo processo.
In conclusione, l’ ITALIA ritiene fondamentale siglare in tempi brevi l’accordo regionale DAB nella regione adriatico-ionica
per consentire a tutte le Amministrazioni coinvolte d’utilizzare lo spettro radio nel rispetto dei diritti coordinati
che in alcuni casi potrebbero essere diversi dalle attuali assegnazioni di Ginevra 2006.
 
In relazione all’interferenza DAB italiana segnalata da MALTA sul blocco 12C,
la situazione è migliorata dopo il cambio di frequenza dell’operatore radiofonico italiano (Mux DAB ITALIA).
In base ad alcune misurazioni, inizialmente il segnale non veniva più ricevuto sulla costa maltese,
invece a settembre l’interferenza s’è ripresentata.
A tal proposito, i 2 Paesi hanno concordato una misurazione congiunta, in collaborazione con l’operatore italiano interessato,
per individuare la posizione del trasmettitore DAB che sta disturbando MALTA.
 
 
A LIVELLO TELEVISIVO
 
Continuano le discussioni fra ITALIA e ALBANIA sul problema dei 700 MHz.
Le emittenti TV albanesi che trasmettono sulle frequenze UHF 50-53 stanno interferendo gli operatori mobili italiani
nella banda uplink dei 700 MHz in tutta la Puglia, parte della Basilicata e parte della costa calabrese affacciata sul Mar Adriatico e Ionio.
La situazione peggiora ulteriormente durante i mesi più caldi a causa della propagazione troposferica.
L’ ALBANIA ha tentato d’identificare la stazione interferente, ma ha chiesto all’ ITALIA
ulteriori informazioni basate sull’appendice 10 del Regolamento Radio ITU ed
indicare nello specifico quali emittenti albanesi stanno disturbando i servizi mobili italiani sui 700 MHz.
L’ ALBANIA ha chiesto un incontro bilaterale per poter adottare misure transitorie e ha dichiarato che
non può ancora stabilire quando terminerà la liberazione dei 700 MHz destinati ai propri servizi di comunicazione elettronica mobile,
essendo ancora in corso il relativo processo.
 
Oltre all’ ITALIA, questo problema coinvolge anche la MACEDONIA DEL NORD
che aveva già inoltrato delle segnalazioni all’ ALBANIA il 28 ottobre 2022 a causa delle continue lamentele dei propri operatori mobili.
In base alle informazioni fornite dal MONTENEGRO, l’ ALBANIA ha risposto d’aver elaborato un piano di spostamento temporaneo
per gli operatori che occupano i 700 MHz, il quale prevede il cambio temporaneo delle frequenze dalla banda uplink a quella downlink.
 
Il MONTENEGRO ha affermato d’aver spento tutti i segnali TV sui 700 MHz e siglato gli accordi multilaterali con i paesi confinanti già nel 2017.
A quel tempo l’ ALBANIA non poteva partecipare alle discussioni e firmare questi trattati,
ma nel frattempo aveva progettato un piano di liberazione radiotelevisiva sui 700 MHz.
Fra i 2 Paesi si sono svolti diversi incontri bilaterali e multilaterali per raggiungere le 7 assegnazioni sotto i 700 MHz.
Nella zona di frontiera fra ALBANIA e MONTENEGRO le emittenti TV albanesi che trasmettevano sui canali UHF 51-56
hanno già cambiato frequenza.
Tra i 2 Stati non è stato possibile trovare un’intesa sui parametri dei servizi di radiodiffusione e, di conseguenza,
il MONTENEGRO non ha potuto modificare il proprio piano GE06 ed il 28 Luglio ha spedito una lettera all’ ALBANIA.
Quest’ultima dovrà presentare al più presto possibile le proprie richieste per la riassegnazione delle frequenze sotto i 700 MHz.
I 2 Paesi sono stati invitati a riunirsi bilateralmente, se possibile prima della WRC-23,
in modo da raggiungere un’intesa sul coordinamento delle frequenze.
Nel frattempo, l’ ALBANIA ha confermato d’aver ricevuto la lettera montenegrina e la richiesta è ancora in fase di studio.
In conclusione, il rappresentante della CE ha sottolineato l’importanza di risolvere le interferenze e
sperava in un veloce spegnimento dei segnali televisivi sui 700 MHz da parte dell’ ALBANIA
in modo da assegnare questa banda agli operatori mobili ed allo stesso tempo assicurarsi vantaggi economici.
 
La CROAZIA ha notato diverse registrazioni italiane nella pubblicazione BR IFIC 3004 (5 settembre 2023) del MIFR.
È rimasta sorpresa dalla presenza di 3 notifiche sulle frequenze UHF 28, 29 e 34 per la zona di Udine,
dal momento che, secondo l’ accordo UHF adriatico, questi canali non sono assegnati all’ ITALIA,
la quale ha risposto che le notifiche dovrebbero essere compatibili con quest’intesa e verificherà eventuali errori.
La CROAZIA sarà informata dell’esito.
 
Nel 2017 ITALIA e FRANCIA hanno firmato un accordo per la banda UHF e, secondo tale intesa,
uno Stato può utilizzare frequenze aggiuntive nell’area di coordinamento ottenendo il via libera dall’altro Paese.
L’ ITALIA ha chiesto il permesso alla FRANCIA d’attivare trasmettitori televisivi a bassa potenza (cioè meno di 10 dBW di potenza)
per garantire la copertura televisiva in specifiche aree scoperte, soprattutto nelle valli ed in montagna.
Ha chiarito inoltre che non intende registrare queste attivazioni nel piano GE06 per evitare alla FRANCIA
l’obbligo di proteggere queste postazioni da eventuali interferenze causate dalle emittenti televisive francesi.
Lo scorso Luglio la FRANCIA ha autorizzato 8 richieste di coordinamento italiane.
Resta da decidere l’esito di ulteriori 2 richieste italiane, una con 8 accensioni inviata l’11 Settembre
(risposta francese attesa entro l’11 Ottobre), l’altra con 3 assegnazioni spedita a metà Ottobre
(risposta francese entro il 20 Ottobre).
Anche la FRANCIA ha inviato richieste simili. Sono state considerate tutte positive e soltanto
quella che riguarda l’accensione della frequenza UHF 27 dal ripetitore di MONT ALBAN a Nizza è ancora in attesa.
L’ ITALIA ha dato il via libera, dal momento che questo canale è condiviso con il PRINCIPATO DI MONACO.
Sono ancora in fase di revisione i parametri tecnici della postazione francese di MONT ALBAN,
pertanto non è stato possibile presentare l’insieme aggiornato dei requisiti tecnici.
È stata rifiutata, invece, la richiesta francese di attivare un trasmettitore ad alta potenza (32 dBW).